Aziende in crisi. Il Fondo Emergenza Imprese: erogazioni per 120 milioni di euro
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“Pagata la prima tranche del contributo previsto per i lavoratori in stato di crisi occupazionale che sono stati oggetto di licenziamento collettivo o sono stati espulsi dal mondo del lavoro - sottolinea l’assessore regionale del Lavoro, Alessandra Zedda. Ora, le nuove disposizioni attuative consentono di garantire l’erogazione della seconda tranche ai beneficiari senza il bisogno di presentare ulteriore istanza ma verrà liquidata in automatico. Il protrarsi dell’emergenza determinata dal Covid-19 – ha spiegato l’assessore Zedda – ha comportato l’impossibilità di avviare tempestivamente i cantieri, perciò si è deciso di disporre la riapertura del bando per non penalizzare i lavoratori che hanno optato per la suddetta scelta. Considerata la necessità di mettere subito a disposizione le risorse stanziate – ha precisato ancora l’esponente della Giunta Solinas – vogliamo imprimere una forte accelerazione nelle procedure di erogazione dei pagamenti, tale da consentire ai destinatari che hanno già presentato la domanda di ottenere la seconda tranche del contributo attraverso una procedura semplificata, mentre per coloro che non hanno ancora presentato le proprie istanze si procederà rapidamente con la pubblicazione di un nuovo Avviso”.
“L’obiettivo principale dell’avviso - ha precisato l’esponente dell’esecutivo Solinas - è quello di sostenere il costo del lavoro. Abbiamo messo in campo una serie di strumenti che aiutano le imprese e le partite iva a mitigare una crisi economica senza precedenti, che ha messo in ginocchio il nostro tessuto produttivo. Il Fondo - ha aggiunto Zedda - è uno strumento complesso, che ha richiesto molta manodopera, frutto di un lungo lavoro di concertazione tra la Regione, i beneficiari, le parti sociali e datoriali, che hanno presentato l’esigenza di chiarire alcuni aspetti. (R)ESISTO - ha concluso l’assessore del lavoro - ha una dotazione finanziaria pari a 63.539.000,00 di euro. E’ dunque una grande opportunità, ma non una soluzione per tutti. Uno stanziamento ingente, che ci impone l’obbligo di essere speso correttamente, anche come investimento per il futuro. Nel corso del 2021, la Regione andrà incontro anche a quelle categorie che non hanno potuto partecipare”.
L’apertura del bando sarà a pari condizioni, ma per evitare un sovraccarico del sistema informatico e garantire la serenità di tutti i partecipanti la partecipazione sarà diluita in 3 diverse date. Le grandi imprese potranno presentare le domande dall’8 febbraio 2021, le partite iva, che non hanno un rapporto di lavoro dipendente, dall’11 febbraio, e le medie, piccole e micro imprese, dal 17. Propedeutica alla presentazione della domanda di aiuto telematica, gli interessati dovranno effettuare la registrazione dell’impresa al SIL Sardegna come “Impresa” all’interno dell’area dedicata del portale www.sardegnalavoro.it, a cura del rappresentante legale o del procuratore dell’ impresa, in possesso dei requisiti previsti dall’avviso. Le Imprese già registrate possono utilizzare le credenziali d’accesso già in loro possesso“Queste scelte non ci lasciano indifferenti - dichiarano le Commissarie - solo il 2,3% delle risorse previste nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è dedicato alla parità di genere e appena 400 mln di euro sono destinati all’imprenditoria femminile. Sono risorse troppo limitate. Questo nonostante le ripetute sollecitazioni di tutte le organizzazioni femminili che chiedono al Governo interventi concreti e strutturali affinché ridefinisca il Piano Nazionale con gli obiettivi a lungo termine indicati dall’Europa.
Infatti, secondo le Commissarie, tra gli obiettivi che devono ricevere maggiore attenzione vi é quello della parità di genere che dovrà assumere un ruolo centrale nella ricostruzione economica e sociale post-Covid. "L’Italia - sottolineano le Commissarie - è infatti ancora all’ultimo posto nell’Unione Europea per quanto riguarda l’occupazione femminile: solo il 49% contro il 62% della media europea. Dati che ci fanno scivolare tra i Paesi più arretrati del vecchio continente e che quindi non giustificano l’indifferenza e la leggerezza con cui è trattato il tema all’interno del Piano di Ripresa e Resilienza nazionale."La Sardegna - spiegano le esponenti della Commissione - in quanto ad occupazione femminile non fa eccezione. Dai dati Istat rilevati nel 2019, la percentuale di donne impegnate nel lavoro è del 47,3%. L’Isola pur risultando tra le regioni più virtuose tra quelle del Sud, presenta ancora problemi strutturali di sistema, quali retribuzioni inferiori rispetto agli uomini, differenza di carriere, insufficienti politiche di conciliazione dei tempi dedicati alla cura della famiglia ed al lavoro. A ciò si aggiunge - concludono le Commissarie - che le lavoratrici sono per la maggior parte dipendenti che raggiungono una stabilità lavorativa solo intorno ai 45 anni. Ora la pandemia ha peggiorato notevolmente la condizione sociale, soprattutto a carico delle donne, che ancora una volta pagano il prezzo più alto. Ecco perché occorre un’azione diretta, con fondi mirati a stimolare l’occupazione e l’imprenditoria femminile”.
In questo senso la Commissione per le Pari Opportunità della Regione Sardegna si sta attivando, anche attraverso audizioni con il mondo del lavoro, già calendarizzate, al fine di aprire con loro un confronto per individuare un quadro di azioni efficaci, perché lo sviluppo economico sociale passi anche attraverso la parità di genere, come chiesto dall'Europa.“Si tratta di finanziamenti con grande importanza strategica perché consentono di soddisfare il fabbisogno di infrastrutture necessarie all'insediamento di piccole imprese che gravitano nelle realtà urbane, destinati in modo mirato verso alcune aree così da ridare competitività ai sistemi produttivi e rilanciare l’occupazione”, ha sottolineato il presidente della Regione, Christian Solinas.
“Risorse per favorire l’insediamento di aziende artigiane e di unità produttive di piccole dimensioni e di interesse locale – ha aggiunto l'assessore regionale dell'Industria, Anita Pili – Così da potenziare e riqualificare l'offerta regionale di aree attrezzate per la localizzazione di insediamenti produttivi, migliorandone il grado di attrattività e qualificandone il contesto ambientale operativo. Particolare attenzione per gli interventi volti a ridurre l'impatto ambientale, migliorare le condizioni di sviluppo imprenditoriale e promuovere la localizzazione di nuove iniziative”.
Una parte dello stanziamento complessivo (3 milioni di euro: 600mila euro per il 2020 e 1 milione 200mila per ciascuno degli anni 2021 e 2022) avrà come destinazione prioritaria la realizzazione di interventi di infrastrutturazione nelle aree industriali già di proprietà dei consorzi Zir, la cui titolarità è stata formalmente trasferita agli enti locali. Questa la ripartizione dei finanziamenti: all’Unione dei Comuni dell’Alta Marmilla sono stati concessi 342mila euro; al Comune di Santa Giusta 700mila; Berchidda 410mila; Sant'Antioco 597mila; Ploaghe 720mila; Senorbì 535mila; Terralba 440mila; Sedilo 300mila; Villamassargia 300mila; Bono 300mila; Neoneli 540mila; Villamar 756mila; Arborea 540mila; Cabras 1 milione; San Gavino Monreale 302mila; Nurachi 340mila; Sorso 300mila; Arbus 308mila; Paulilatino 270mila. Inoltre, ai comuni di Tempio Pausania e di Iglesias, subentrati ai rispettivi consorzi Zir, rispettivamente 1 milione 800mila euro e 1 milione 200mila.