Sono queste le parole chiave di Mister, Sir, Claudio Ranieri, durante la conferenza stampa di martedì mattina presso la sala stampa dello stadio UNIPOL DOMUS.

Infatti, Sir Claudio ha espresso senza giri di parole quello che vuole: dei guerrieri in campo, che danno tutto sul campo. Non andrà a ricercare questo o quel tipo di giocatore. Certamente si confronta con il Direttore Sportivo del Club, ma è ancora prematuro fare dei nomi.

Su Nainggolan ammette che, forse, lui vuole tornare e il suo agente spinge per farlo. "Ma noi - aggiunge Ranieri - non ne sappiamo nulla".

Vuole dei guerrieri, calciatori che combattono e non si arrendono, lui poi può metterci la tecnica, la tattica, le conoscenze, ma i calciatori devono essere dei veri guerrieri e dare il 100%. "Poi - aggiunge - capiterà che le partite possano andare anche male, voi mormorate, fischiateci, ma stateci vicino. Io voglio solo calciatori determinati".

Cita l’Atletico Bilbao, che in squadra ha solo giocatori baschi. Così come gli spagnmoli anche i giocatori del Cagliari devono sentire il senso di appartenenza alla maglia, alla città e a questa terra. Giocatori che combattono per questi valori.

E così, dopo la “Liverazione”, finalmente King Claudio è tornato a casa. Finalmente una scelta ponderata, gridata a gran voce dalla piazza.

Il Presidente Giulini, dopo otto anni, muove la pedina giusta nello scacchiere e fa “Scacco Matto”. Grazie forse, anche alle ottime intuizioni del DS Bonato. 
Sir Claudio, uomo giusto, umile e di grande esperienza insiste nell'evidenziare la necessità di costruire una squadra di guerrieri, con spiccato senso di appartenenza alla maglia e, soprattutto, non fa promesse. Per ora il suo obiettivo è portare solo punti. Non promette la serie A, ma l'impegno a fare in modo che i suoi ragazzi diano sempre il 100%, l'impegno a fare sempre. "Magari non centreremo l'obiettivo, però ci dobbiamo andare vicino".

Non ha un modulo di riferimento, un modulo preferito, ma lo valuterà pian piano che conoscerà i ragazzi. Nelle sue squadre precedenti ha cambiato modulo ogni volta, passando dal 4-3-3 o al 3-5-2, e così via.

Sir Claudio poi, ha parlato con il DS e vorrebbe giocare, magari il giovedì prima della domenica, dove c’è un buon campo, come faceva una volta. Vuole portare la squadra a giocare nei quartieri e nelle città vicino. Come i tifosi vanno allo stadio la domenica, la squadra va a casa loro, durante la settimana. 

Sul suo entusiasmo e felicità per il ritorno a Cagliari non ci sono dubbi. Dopo un'incertezza iniziale, dovuta al timore di rovinare il bel ricordo lasciato tra i sardi, ha messo da parte l'egoismo per pensare ai rossoblu e alle difficoltà che stanno vivendo.

Tante le domande dei n umerosi giornalisti presenti in sala. Tra queste anche la mia:

Ho avuto la fortuna di intervistare, alcuni suoi ragazzi di allora. Mi hanno raccontato diversi aneddoti. Uno su tutti: lei trent’anni fa, si definì “apprendista allenatore”. Oggi, come si definirebbe?

"Allenatore apprendista, c’è sempre da imparare. Chi si ferma è perduto, forse vista la mia età è proprio per questo che mi documento, sono sempre in giro, sempre in viaggio. Vedo partite, in ogni dove. E quello che era buono ieri, non è più buono oggi. Poi il calcio è un gioco talmente semplice, sono gli allenatori a renderlo difficile".

E ora, come ha giustamente detto King Claudio, sarà il campo a parlare, serviranno solo punti e noi siamo fiduciosi che il Mister ci riuscirà.

Bentornato Mister.

Daniele Cardia