Successo di pubblico per il Vintage Day, ospitati presso la sede dello IED.
La giornata, dedicata alla moda sostenibile, al riciclo e al riuso, ha visto come scenario quello dello splendido giardino di Villa Satta, in viale Trento. I numerosi presenti hanno avuto modo di avvicinarsi ai temi del vintage, del preloved, della slow fashion e dell’upcycling, ovvero le nuove tendenze della moda per una buona educazione verso la sostenibilità.
Nove gli espositori da tutta la Sardegna con un ventaglio di proposte dall'abbigliamento ai complementi d'arredo, fino a una selezione di ricercate minuterie da borsetta e accessori di vario tipo, occhiali da sole, bijoux e borse. In particolare, hanno preso parte all'evento Signora P, May Mask, Recyclerie, Effe Glamour Vintage, Instradavintage, Migda, Coquette box, Frida l'angolo vintage e Sinu-i.
La terza edizione del Vintage Day ha coniugato acquisti consapevoli e sensibilizzazione con buone selezioni musicali curate dai dj Andrea Tramonte e Anastasya Bogach.
A impreziosire l’esperienza il workshop curato dagli studenti del corso di Fashion design dal titolo Just a vintage minute, che ha visto i ragazzi e le ragazze impegnati a creare outfit personalizzati per i visitatori.
"Lo scopo del workshop – ha spiegato la docente di Storia della Moda Alice Tolu - è stimolare i partecipanti, gli studenti e i visitatori, in un'attività che, con leggerezza, apre a una visione del vestire vintage o preloved inserita nel contemporaneo".
Ma parlare di sostenibilità vuol dire anche parlare di diritti e ambiente: "vintage, preloved, moda circolare, slow fashion e upcycling – ha aggiunto Tolu - sono le attitudini necessarie verso una moda etica e sostenibile, nel rispetto dei lavoratori coinvolti nel processo di lavorazione della filiera produttiva, e che abbia il minor impatto possibile sull’ambiente. Sostenibilità quindi in tutte le sue accezioni: un brand contemporaneo è sostenibile se risponde non solo a requisiti che riguardano l’innovazione e la ricerca sui materiali e sul loro utilizzo, ma soprattutto se rispetta i valori di equità, inclusione, filiera trasparente, zero waste e se non sfora in sovrapproduzione".