L’ossidiana è l’oro nero della Sardegna. Si tratta di una pietra rara, nera ma cangiante e utilizzata a partire dal periodo Neolitico per la fabbricazione degli utensili.
È un vetro vulcanico, la cui formazione è dovuta al raffreddamento rapido della lava a seguito di un’eruzione vulcanica. Si presenta di colore nero, ma non si tratta di un nero uniforme: osservata alla luce la pietra brilla di diversi colori, dal nero al grigio fino al marrone e al verde.
Ad accorgersi delle potenzialità di questa pietra, particolarmente tagliente, furono i primi coloni che giunsero nell’Isola nel periodo neolitico. Costoro furono i primi a scoprire il nero vetro vulcanico e ad utilizzarlo per la fabbricazione di armi e strumenti da taglio. L’ossidiana in questo periodo divenne perfino perno di scambi con le altre comunità del Mediterraneo, in particolare con quelle stanziate in Toscana, Liguria, Francia e Catalogna.
Seguendo la sua storia è possibile ricostruire la storia delle antiche genti di Sardegna e, specialmente, dei gruppi umani che abitarono nei pressi del Monte Arci.
Sebbene i siti di formazione dell’ossidiana si trovino anche a Lipari, Palmarola e Pantelleria, è fuori di dubbio che i giacimenti del Monte Arci siano i più estesi del Mediterraneo.
Il Monte Arci si trova nell’entroterra del Golfo di Oristano, nella parte centro-occidentale dell’isola; sulle sue pendici si erge il piccolo paese di Pau, che oggi conta 275 abitanti. In un tempo lontano l’area era costituita da un vulcano attivo e il territorio era l’inferno di fiamme e lava che diede origine all’ossidiana. Nel susseguirsi dei secoli, la via dell’ossidiana è passata dal fuoco alla pace, dagli strumenti quali frecce, coltelli, raschiatoi e falci ai gioielli che nella tradizione isolana ornavano i copricapi e i vestiti delle donne sarde.
Oggi il territorio di Pau è diventato un’area protetta, è diventato il Parco dell’ossidiana, con l’intenzione di tutelare la risorsa e di evitare il prelievo sconsiderato da parte dei visitatori.
A Pau inoltre è stato istituito un museo. Il Museo dell'Ossidiana di Pau è stato ufficialmente inaugurato il 6 marzo 2010. È l'unica struttura museale monotematica in Europa dedicata all'ossidiana ed esiste al mondo solo un’altra esperienza assimilabile, costituita dall’Obsidian Museum of Archeology di Nagawa, ubicato sulle Alpi Giapponesi.
In particolare, il museo di Pau ed è strutturato in quattro sale:
“Materie prime del Monte Arci”, dove viene spiegata la storia geologica del Monte Arci;
“Ossidiana e sue caratteristiche”, dove vengono spiegate le proprietà fisiche e compositive di questo vetro vulcanico e dove sono esposte diverse ossidiane provenienti da tutto il mondo;
“L'ossidiana del Monte Arci”, dove si sviluppa la conoscenza dell'ossidiana sarda riguardo alle sue proprietà meccaniche e tecnologiche e alle varie tipologie presenti;
“Lavorazione della roccia preistorica”, dove viene spiegato al visitatore come veniva utilizzata l'ossidiana durante la Preistoria e la sua lavorazione.
Alle sale si aggiungono un loggiato, che conserva parte delle collezioni di opere d'arte e di artigianato di proprietà del Comune di Pau e della Provincia di Oristano, e un cortile interno dove si trova un esempio di ambiente montano con la riproduzione di un centro di lavorazione dell'ossidiana.
Completa la visita al Museo una rete di sentieri che permette di attraversare rigogliosi boschi di querce e di scoprire i luoghi dell’antica lavorazione dell’ossidiana, inseriti in uno straordinario contesto ambientale e paesaggistico. Per la visita dell'area archeologica di Sennixeddu, l’officina più grande conservata nel Monte Arci, è possibile fruire del servizio di guida del personale del Museo, che condurrà i partecipanti alla scoperta dei luoghi in cui le comunità neolitiche erano dedite all'attività di scheggiatura del nero vetro, finalizzata alla produzione di un oggetto semilavorato che veniva poi esportato anche fuori dall'Isola. Inoltre, il visitatore avrà la possibilità di imparare a distinguere tra un frammento di ossidiana naturale ed uno lavorato e di comprendere cosa si intenda per officina preistorica di lavorazione della pietra e quali sono i segni indicativi utili per riconoscere un frammento di ossidiana come reperto archeologico.
Il Museo, in collaborazione con le scuole, gli enti locali, le università e le associazioni culturali, sviluppa progetti e organizza attività promozionali per diffondere la conoscenza delle collezioni esposte e per divulgare nella maniera più ampia la conoscenza del patrimonio archeologico e culturale dell'intero territorio, oltre alle tematiche legate all'ossidiana. I Servizi Didattici sono a cura dell’Ente gestore della struttura del museo (Associazione Culturale Menabò) e sono erogati dalle archeologhe ed educatrici museali Maria Cristina Ciccone e Giulia Balzano. I servizi didattici prevedono l’accompagnamento dei singoli in visita al Museo e dei gruppi organizzati e delle scolaresche al Museo e lungo i sentieri dell'ossidiana.
Con l’intento di raggiungere il numero più ampio di fruitori, elaborano inoltre progetti ed iniziative di promozione e valorizzazione della collezione e del patrimonio archeologico e culturale del territorio, e dei contenuti di interesse storico e scientifico, svolgendo attività educativa e di formazione anche per adulti. I servizi educativi del Museo svolgono attività didattiche anche presso le scuole, presso le carceri, le RSA, gli ospedali e presso altri centri culturali, con l'obiettivo di far conoscere e non dimenticare la ricca e preziosa storia dei nostri antenati.
Oggi l'ossidiana non è più utilizzata ed è protetta da norme locali che ne vietano il prelievo in qualsiasi forma. L’uso più recente vede la produzione di amuleti “portafortuna” tra i quali il più famoso è Su Coccu. Secondo una tradizione dell’antica Sardegna, ma viva ancora oggi, la pietra nera era sacra ed era per questo incastonata in una base di lamina o filigrana d’argento per dar vita a un portafortuna che rappresentava il dono della protezione materna. Pau è il luogo in cui è possibile immergersi nella storia delle antiche comunità dell’Isola per conoscerne la vita e l’organizzazione sociale, le scelte dei materiali e dei luoghi e le capacità tecniche nel trasformare le materie prime.
Per chi volesse visitare il museo e conoscere i progetti educativi é possibile inviare una mail a:
Intanto, per gli appassionati, Domenica 29 gennaio 2023 si terrà un appuntamento alla scoperta del Monte Arci e vedrà il Museo dell’Ossidiana e il Museo del Giocattolo Tradizionale, insieme per un'esperienza di visita unica e entusiasmante.
Il programma é così articolato:
Ore 10:00 - 13:00 Museo e Parco dell’Ossidiana di Pau
Ore 13:30 - Pranzo libero o in ristorante
Ore 15:30 - Visita con guida al Museo del Giocattolo Tradizionale della Sardegna.
Ore 17:00 - Termine attività
Per Informazioni:
Stefania Cuccu