Un viaggio nei labirinti della mente e del cuore, tra perversioni e meschinità, crudeltà e indifferenza.

E' quanto promette “Brevi interviste con uomini schifosi” di David Foster Wallace, nella traduzione di Aldo Miguel Grompone e Gaia Silvestrini, con Lino Musella e Paolo Mazzarelli, per la regia di Daniel Veronese, che firma anche la drammaturgia.

Lo spettacolo andrà in scena mercoledì 5 e giovedì 6 aprile alle 20.30 al Teatro Massimo di Cagliari, in un nuovo, duplice appuntamento con “Pezzi Unici” / Rassegna Trasversa organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna.

Una pièce originale, ispirata ai racconti dello scrittore americano (tragicamente scomparso), autore cult, tra gli artisti più interessanti della sua generazione, dal folgorante esordio con “La scopa del sistema” al successo internazionale di “Infinite Jest”, per una fotografia quasi (iper)realista, lucida e spietata della società contemporanea.

“Brevi interviste con uomini schifosi” (Brief Interviews with Hideous Men) è un'antologia di materiali eterogenei, quasi un moderno “zibaldone” di pensieri, un feroce e dissacrante reportage per una vera e propria galleria di tristi figuri, esseri orribili e detestabili, profondamente immersi nel loro patologico egocentrismo. 

Daniel Veronese, affermato attore, drammaturgo e regista argentino, si cimenta con il magmatico testo di David Foster Wallace, per distillare in una serie di dialoghi tra un uomo e una donna, interpretati da Lino Musella e Paolo Mazzarelli, che si alternano nei ruoli femminili e maschili, quel concentrato di amarezza e perfidia, profonda solitudine e disperazione in cui gli individui si mettono a nudo, svelando tutta la loro fragilità e incapacità di amare, nascoste sotto la maschera del cinismo.

Una folla di personaggi in qualche modo “storti”, narrati attraverso i loro vizi e le loro pessime abitudini, tra idiosincrasie e piccole manie, per un vivido affresco da cui emergono specialmente la miseria morale e la innegabile debolezza dei protagonisti, la loro inadeguatezza e perfino la loro insignificanza, pur con tutta l'arroganza e la presunzione che spesso li caratterizzano.

Quasi capovolgendo l'assioma cinematografico per “nessuno è perfetto”, “Brevi interviste con uomini schifosi” rappresenta una sorta di apologia dell'imperfezione umana, della decadenza e della degradazione, in cui l'analfabetismo affettivo si traduce spesso in forme di prevaricazione e violenza, in abusi psicologici che lasciano indelebili ferite sull'anima, in un gioco perverso tra vittime e carnefici.

Un catalogo ragionato di “deviazioni”, una pluralità di storie tragicomiche, venate da un sottile e “nero” umorismo, condensate ad arte in conversazioni significative, che non lasciano adito a dubbi sulla natura e sulla qualità dei rapporti “sentimentali” di questi soggetti ad alto rischio, governati dai più bassi istinti, mediati ma non temperati dalla ragione, con l'ansia scatenarsi, abbandonandosi a i più bassi istinti, come animali chiusi in gabbia, che lasciano trapelare la propria ferinità sotto la sottile patina dell'educazione e della civiltà. «C’è l’uomo che insulta la moglie che lo sta lasciando, la disprezza e la deride, come una cosetta incapace di vivere senza lui accanto a sostenerla» – si legge nella presentazione – «c’è l’uomo che vanta la propria infallibilità nel riconoscere la donna che ci sta senza fare storie; c’è quello che usa una propria deformazione per portarsi a letto quante più donne gli riesce; quello che rimorchia in aeroporto una giovane in lacrime perché appena abbandonata dall’amato: una galleria impietosa di mostri».

Sotto i riflettori, due artisti come Lino Musella, attore e regista partenopeo, una nomination come miglior attore al David di Donatello per “Favolacce”, Premio Ubu 2019 per “The Night Writer – Giornale notturno” e Premio Le Maschere del Teatro Italiano 2022 per “Tavola, tavola, chiodo, chiodo” e il milanese Paolo Mazzarelli, attore di cinema e teatro nonché regista, diretto da registi del come Eimuntas Nekrosius, Peter Stein, Mario Martone, Robert Carsen e Roberto Andò, Premio Franco Enriquez e menzione speciale al Premio Scenario per “Pasolini, Pasolini!”, che insieme hanno fondato la Compagnia MusellaMazzarelli, vincendo il Premio In-Box 2010 per “Figlidiunbruttodio” e il Premio ANCT per “La Società”, oltre al Premio Hystrio 2016 per la drammaturgia.