Sono passati circa novant’anni da quell’undici agosto del 1932, quando Guglielmo Marconi, in Sardegna, realizza la prima trasmissione radio a onde ultracorte facendo viaggiare il segnale dal semaforo di Capo Figari a Rocca di Papa (Roma), dimostrando così la possibilità di comunicare a lunghe distanze.
La radio nasce inizialmente come strumento per mandare messaggi a uno o più destinatari (prima in codice morse e poi anche attraverso la voce umana). Questo utilizzo si rivela presto di grande utilità tanto che, sin dal primo decennio del Novecento, viene installata sulle navi, tra le quali il Titanic.
Il primo servizio regolare di trasmissioni prende avvio nel 1920 nel Regno Unito e, pochi mesi dopo, la radiofonia raggiunse gli Stati Uniti, nei quali raggiunge il successo in un tempo rapidissimo.
Nel nostro Paese, invece, l’ascesa della radio coincide con gli anni del regime fascista. Il governo di Mussolini si rende conto delle potenzialità del nuovo strumento e ne promuove la diffusione in tutto il territorio nazionale. Già nel 1924 viene fondata l’Unione Radiofonica Italiana (URI), che, tre anni più tardi, diviene Ente italiano audizioni radiofoniche (Eiar), il diretto progenitore della Rai. L’Eiar costituisce una delle principali voci del regime, al punto che in alcune occasioni, come quando vengono trasmessi i discorsi di Mussolini, la popolazione viene radunata nelle piazze e messa all’ascolto.
Diviene anche un veicolo privilegiato per la diffusione della musica, trasmettendo sia concerti classici, sia canzonette moderne. La radio, come gli altri mezzi di comunicazione, genera nuovi linguaggi e nuovi contenuti, adatti al pubblico ampio al quale si rivolge. Tuttavia, l’alto costo degli apparecchi ne limita l’uso alle famiglie più abbienti. La gente, non potendo permettersi una radio nella propria casa, si reca ad ascoltarla nei bar e nei locali pubblici e, la propaganda fascista, favorisce la diffusione di altoparlanti che collegati agli apparecchi, trasmettono i discorsi del Duce nelle piazze di tutto il Paese.
Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, e dopo i bombardamenti che colpiscono la Sardegna ed in particolare il capoluogo di Cagliari nei mesi di febbraio e maggio del 1943, gli abitanti sono costretti a trasferirsi nei paesini dell’interno. La Sardegna cade in un periodo d’isolamento: dalla penisola non arrivano più le merci necessarie alla sopravvivenza della popolazione ed occorre inoltre provvedere ai 200.000 soldati rimasti bloccati nell’isola. Contestualmente, però, in un piccolo centro nel cuore della Sardegna nasce un’emittente radio che passerà alla storia...
I Comandi italo-tedeschi dovendo rafforzare le difese dell’isola, trasferiscono da Roma la radio “R6 1942” onde corte, a quel tempo la più potente radiomobile d'Europa, che fu posizionata nel paesino di Lei, a circa 10 km da Bortigali. Al suo seguito arriva anche il personale specializzato del “X° Raggruppamento Genio di Roma” a supporto della “47ª Compagnia mista telegrafisti/marconisti”, sotto il comando del tenente Bertini. Radio Sardegna entra in funzione successivamente all’otto settembre, dopo che il tenente Bertini decide di spostare la radio R6 in un oliveto alla periferia di Bortigali.
Si tratta di un evento storico di rilevanza internazionale che purtroppo gli stessi sardi hanno in parte, troppo presto, dimenticato.
Questa piccola radio, infatti, è stata la prima al mondo ad annunciare, il 7 maggio 1945, da Bortigali, la fine della seconda guerra mondiale...
Sono le 14/14.15. Uno dei marconisti della radio, Quintino Ralli, intercetta la trasmissione di una radio militare di Algeri nella quale si parla della resa dei tedeschi, dopodiché chiama il Direttore Amerigo Gomez il quale, sentito anche lui l’annuncio, corre nella cabina di trasmissione, strappa letteralmente di mano il microfono al giovane annunciatore e grida che la guerra è finita. Quell’annuncio non è stato ancora diramato da nessun’altra radio: Radio Londra ne darà infatti testimonianza solo venti minuti più tardi. Le normali trasmissioni quel giorno subiscono dei cambiamenti e la notizia viene ripetuta ogni dieci minuti, per tutta la sera, ogni volta con qualche particolare in più intercettato dai telegrafisti.
Nonostante questo, il giorno dopo nessun giornale racconta il primato di Radio Sardegna, che nel programma delle 14/14.15, attraverso una voce anonima, annuncia:
-Apriamo i programmi con una grande notizia! Signore e signori, oggi, la guerra è finita!
Stefania Cuccu