Fra Nicola nacque a Gesturi il 5 Agosto del 1882.
Penultimo di cinque fratelli, gli fu dato il nome di Giovanni. I suoi genitori, Giovanni e Priama, contadini di umili condizioni, erano persone oneste e molto devote. A soli cinque anni Giovanni divenne orfano di padre e a tredici anni morì anche sua madre. Frequentò solo le prime classi delle scuole elementari e poi lasciò la scuola per fare il contadino. A quattordici anni ricevette la prima comunione e da allora pregava e si recava spesso in Chiesa. La sua fede si fece più fervida quando, a ventott’anni fu colpito da una grave malattia tanto che a ventinove anni bussò alla porta del Convento dei Cappuccini di Cagliari e chiese di poter diventare Frate.
Padre Martino lo accettò ma volle prima verificare la serietà della vocazione di questo giovane; bastarono pochi mesi per capire che quel giovane era molto devoto a Dio e così nel 1913 Giovanni vestì l’abito di Cappuccino con il nome di Fra Nicola da Gesturi. Trascorse la sua vita come questuante, girando per le vie della città per chiedere l’elemosina: tutti erano pronti a dargli qualcosa. Molti gli si avvicinavano per chiedergli un consiglio, un conforto o una preghiera per essere guariti. Lui accoglieva tutti, soprattutto i più poveri.
La sua opera da questuante continuò anche durante la guerra prestando soccorso alle vittime e agli ammalati; era sempre presente ovunque ci fosse bisogno di aiuto. Uomo sempre riservato, piuttosto basso di statura, dal passo lento, gli occhi abbassati a terra, con la bisaccia e il rosario tra le mani, Fra Nicola girava per le vie della città. Non entrava mai nelle case, ma aspettava sempre sull’uscio. La sua caratteristica peculiare era il silenzio, tanto da meritare il soprannome di “Frate Silenzio”. Pronunciava poche parole e solo per necessità; era il silenzio che parlava a Dio.
Il primo giugno del 1958 si ammalò, fu ricoverato e operato d’urgenza, ma l’otto Giugno volò in Paradiso.
A Fra Nicola vengono attribuiti numerosi miracoli, ma, affinchè siano riconosciuti tali, devono essere supportati da apposita documentazione medica che attesti che nessun intervento umano ha influito sulla guarigione della persona.
Sino a oggi, conosciamo un miracolo attribuito a Fra Nicola, che ne ha consentito la Beatificazione.
Lo ascoltiamo grazie alle parole di Alfonsina Cabiddu, una giovane vigilatrice d'infanzia, all'epoca, che lavorava nel reparto di Patologia Neonatale (TIN) reparto prematuri, della Clinica Macciotta.
La bimba in questione era nata dopo 23 settimane di gestazione.Una piuma di 500 grammi di peso e lunga 30 centimetri. Condizioni così precarie da rendere impossibile perfino il monitoraggio delle principali funzioni vitali: la pelle sottile e gelatinosa non permetteva il posizionamento degli elettrodi e anche l’intubazione era ritenuta difficoltosa per le piccole dimensioni della trachea. Secondo la letteratura medica e la lunga esperienza dei sanitari, le possibilità di sopravvivenza erano praticamente nulle.
Il giovane padre confidando nella forza della preghiera si recò al Convento, davanti alla tomba di Fra Nicola e, arrivato in clinica, chiese di sistemare le due immaginette accanto alla sua bambina all’interno dell’incubatrice.
Quell’immaginetta di Fra Nicola e della Madonna attaccata all’incubatrice, diventarono una trasfusione quotidiana di forza.
"Quella mattina del 1986 il mio turno di lavoro iniziò alle ore 6:00. Normale routine.
La collega che mi diede le consegne, mi raccomandò di non fare alcuna manovra di stimolo a una bimba che ormai non dava segni di vita da più di due ore. La Dottoressa di guardia, ne aveva già verificato il decesso. Mentre facevo l’assistenza ai piccolini, vidi con la coda dell’occhio un lieve movimento di quella bimba che da due ore non presentava segni di vita. Mi avvicinai ma, trovando quel batuffolo di cotone, che gli era stato avvolto per riscaldarla, immobile, pensai di aver avuto un’allucinazione e così continuai il mio lavoro.
Circa mezz’ora dopo, notai nuovamente quel movimento; mi avvinai alla culla e vidi che la bimba muoveva la manina. Chiamai subito la dottoressa per farle notare che la piccola aveva ripreso le funzioni vitali! Le difficoltà affrontate, e via via superate, furono enormi. Nei primi due mesi di vita si verificarono numerose crisi di cedimento dell’attività respiratoria e cardiaca che vedevano la bambina riprendersi spontaneamente anche dopo due ore di cianosi totale. Non fu facile. Quelle vene sottilissime quasi come un capello e un filo di seta, rendevano difficile l’alimentazione per via venosa, successivamente integrata con l’alimentazione naso-gastrica (goccia a goccia); l’intubazione oro-tracheale fu praticamente impossibile per via delle dimensioni della sua immatura trachea. Inizialmente l’alimentazione, attraverso un sondino naso-gastrico, prevedeva la somministrazione di una goccia di latte al minuto, diventate 2-3 gocce al minuto intorno ai 30 giorni di vita. Il primo pasto al biberon fu una conquista arrivata dopo 3 mesi di età. Una lotta per la vita che la piccola combatteva con quelle due immagini che rimangono lì, accanto a lei. La bambina impiegò quattro mesi per vincerla, accompagnata in un processo terapeutico graduale per il raggiungimento di quella normalità fisica richiesta dai medici che il 28 Maggio 1986 la dimisero, in braccio ai genitori, 4 mesi e 7 giorni dopo la nascita. Nella Clinica Macciotta i camici bianchi erano soddisfatti: una creatura si inoltrava nel mondo, consapevoli, e lo dissero con chiarezza, che la sua sopravvivenza era un fatto naturalmente inspiegabile. Una bella impresa non solo per la piccola, sempre in regime di cura e sorveglianza intensive, ma anche per tutto il personale dell’assistenza. Il personale medico e paramedico del nostro istituto, conscio delle limitazioni della terapia intensiva neonatale in questi bambini estremamente prematuri, che vengono considerati quasi esseri con immaturità degli organi vitali incompatibile con la vita, fu d’accordo nell’affermare che dove non era potuta giungere la scienza, altra mano aveva fatto sì che la bambina potesse vivere. Tutta la stampa si interessò al caso; comparvero articoli sui giornali, tv e anche su famiglia Cristiana. Fu così che Padre Clemente, il frate della Chiesa di Sant’Ignazio e Postulatore per la Causa di Fra Nicola, venne a conoscenza dell’accaduto e osservando la foto della culla che ritraeva l’immagine di ‘Frate Silenzio’ disse: Fra Nicola! Itta ‘nci faisi in incubatrice? (Fra Nicola, cosa ci fai in incubatrice?). Padre Clemente si informò su come poter approfondire l’argomento. Riuscì a contattarmi tramite un amico comune che si trovava nella sua chiesa... per caso... Fu così che mi recai da Padre Clemente... raccontai...e conclusi dicendo: - E’ stato semplicemente, un miracolo! Dopo la mia testimonianza, il sacerdote andò a parlare col Direttore del reparto di Patologia Neonatale e da allora si aprì la Causa per la Beatificazione di Fra Nicola. Fummo chiamati a testimoniare, medici e infermiere che avevano assistito la bimba giorno dopo giorno, come il nostro intervento fosse minimo rispetto all’evento eccezionale che l’aveva coinvolta. La bimba per circa 20 giorni passava dalla vita alla morte, diventando cianotica per circa due ore per poi riprendersi in maniera spontanea. Per la scienza quelle crisi di cianosi avrebbero dovuto portare delle conseguenze gravi nella salute e nella crescita della piccola. In realtà nessun problema di salute fu rilevato né allora, né in seguito nei controlli neuro-evolutivi che furono effettuati sino ai dieci anni. E non solo: era diventata una ragazza sana e molto carina. Forse qualcuno può avere qualche dubbio, ma noi no! Siamo certi di aver assistito a un vero e proprio miracolo!”
Il 5 marzo 1996 ebbe luogo in Vaticano la Congregazione Ordinaria dei Cardinali per l’esame delle virtù eroiche del servo di Dio.
Il 25 giugno 1996, alla presenza del Papa, venne pubblicato il decreto sull’esercizio eroico della virtù di Fra Nicola da Gesturi, che venne nominato “Venerabile”.
Il Processo diocesano sul presunto miracolo riguardante la sopravvivenza della bambina e attribuito all’intercessione di Fra Nicola, dopo la stampa, fu consegnato, dalla Congregazione, a due periti per un parere medico-legale. I due diedero parere favorevole al riconoscimento del fatto come un avvenimento non spiegabile scientificamente.
Il 22 gennaio 1998: la Consulta medica votò positivamente (5 su 5 medici specialisti), dichiarando il caso scientificamente inspiegabile nel suo complesso.
Il 5 maggio 1998: la Commissione Teologica diede la sua approvazione al giudizio espresso dai medici e dichiarò la guarigione della piccola come un fatto miracoloso, da attribuire all’intercessione di Fra Nicola;
Il 21 dicembre 1998: il Papa firmò il decreto sull’autenticità del miracolo attribuito all’intercessione di Fra Nicola;
Il 30 giugno 1999 la Segreteria di Stato del Vaticano annunciò la BEATIFICAZIONE di FRA NICOLA DA GESTURI, disposta dal Santo Padre per il 3 Ottobre 1999.
Dopo quell’evento, Fra Nicola fu dichiarato Protettore dei neonati”.
Oggi la chiesa attende il riconoscimento di altri miracoli. E nel frattempo chiede di raccogliere le testimonianze di chi lo ha conosciuto in vita. Per questo, chi volesse raccontare la propria esperienza è invitato a mettersi in contatto con Stefania Cuccu, al numero 3473037183 o alla mail
Stefania Cuccu